Siamo partiti da una riflessione esperienziale semplice: giocando si comunica meglio e soprattutto ci si incontra, si esce dal proprio isolamento. Ma dietro questa semplicità ci siamo accorti che accadeva qualcosa di più grande.
E’ paradossale come in una realtà dove possiamo essere in contatto con tutti, grazie alla rete , alle nuove tecnologie e ai social media, si percepisca sempre più forte il senso di solitudine e di inadeguatezza e ci si proponga con rappresentazioni del sé, gratificanti e socialmente riconosciute, ma lontanissime dal nostro io profondo e dai nostri bisogni emotivi. Non pretendiamo, certo, di offrire attraverso il gioco da tavolo la risposta definitiva ai nostri bisogni più profondi, ma l’occasione di un incontro attraverso un’attività divertente. Incontro è la parola chiave: lo scopo non è quello di divenire esperti di gioco ma di offrire momenti caratterizzati dalla familiarità, dalla comunicazione, dal dialogo attraverso il gioco da tavolo: un gioco da tavolo non impedisce di parlarsi, anzi!
Il gioco da tavolo è anche una semplificata figurazione della quotidianità, sia in ambito sociale che in quello lavorativo: regole, strategie, volontà di mostrare competenza, un pizzico di competitività, capacità di rappresentarsi, ma anche collaborazione, mediazione, dialogo: attraverso il gioco si impara a rimanere nelle regole ma a pensare fuori dagli schemi, a prendere decisioni autonome e a fare team, a individuare le nostre attitudini alla pianificazione e alla leadership.